LA STORIA DI MARIACLOTILDE

LA STORIA DI MARIACLOTILDE

Si può “vincere” anche chiudendo al 37° posto. E ci si può meritare la standing ovation del pubblico francese pure dopo un match del tabellone da 64. Questione di fair play. Di stile. Di valori. La lezione di Mariaclotilde è un’istantanea luminosa di lealtà e coraggio, che a volte – anche se non sembra – diventano sinonimi o almeno camminano a braccetto.

Beauvais, prova di Coppa del Mondo Under 20 di spada femminile. Mariaclotilde Adosini, classe 2004 della Polisportiva Scherma Bergamo, è una delle atlete italiane in gara. Ha disputato un buon girone, chiuso con cinque vittorie e una “sconfitta a 4”. È 12^ nel tabellone d’eliminazione diretta, passa di diritto il primo turno e per entrare tra le migliori 32 incrocia Juliette Baudinot, portacolori della Francia. È un assalto equilibrato, combattuto, tirato punto a punto: Mariaclotilde lo vince 15-14, dopo averlo vissuto col fiato sospeso, liberando il suo urlo di gioia dopo la stoccata del successo.

Però, poi, a tabellone da 64 concluso, arriva la chiamata: “Adosini in direzione di torneo”. Cos’è successo? Semplice, c’è stato un (umanissimo) errore, grave quanto si vuole ma che solo “chi non fa” non commetterà mai. L’arbitro, sul punteggio di 13-12 per la transalpina, aveva assegnato 2 stoccate a Mariaclotilde, e non una soltanto. Lì per lì, nell’enfasi nel match, non se n’è accorto nessuno. E quando l’atleta francese sconfitta l’ha fatto notare, e il video ha confermato l’errore, era ormai troppo tardi, almeno secondo regolamento. Eppure per il fair play può non esser mai troppo tardi.

Il direttore di torneo spiega ad Adosini: “L’assalto l’hai vinto. Da regolamento non si tornerebbe più indietro. E però, se tu volessi, potremmo tirare l’ultimo minuto del match, dal 13-12, cancellando l’errore dell’arbitro”.

Quel che accade a questo punto, a fine giornata lo racconta Mariaclotilde in prima persona: “La notizia mi ha colto di sorpresa, impreparata. E per un attimo tanti pensieri hanno affollato la mia testa. Ma ciò che per me più contava in quel momento, tanto da prevalere senza alcuna esitazione, era scegliere quale fosse l’azione moralmente giusta da fare. Nonostante potesse sembrare facile accettare la vittoria già proclamata, ho sentito che tornare in pedana, per ri-disputare quell’ultimo minuto, sarebbe stato più corretto nei confronti dell’avversaria, nel rispetto del nostro sport. Ho perso, pazienza. Lo rifarei ancora. Perché la natura di questa scelta è dovuta agli insegnamenti ricevuti dalla mia famiglia, dalla mia sala scherma e in particolare dal mio maestro Francesco – Ciccio – Calabrese”.

Insomma, Mariaclotilde accetta di tornare in pedana, per ripetere il finale d’un match già vinto. Stavolta lo perde, perché nella scherma succede. L’avversaria l’abbraccia. Il pubblico la applaude. Prima delle finali la chiamano al centro del parterre principale, accanto a un’icona dello sport francese quale è la campionessa Laura Flessel: luci accese, premiazioni, altri applausi. Mariaclotilde sorride, un po’ imbarazzata. Come può capitare a chi sente di vivere un momento speciale dopo aver semplicemente seguito la normalità del suo essere. Il suo stile. I suoi valori. Il suo fair play. In sette (sue) parole: “Quello che la scherma mi ha insegnato”.

Il gesto di fair play della spadista Mariaclotilde Adosini arriva a New York, nella sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Sabato 25 marzo la schermitrice della Polisportiva Scherma Bergamo, sarà ospite e relatrice dell’evento dal titolo “Change the World Special Session” e porterà la testimonianza del suo gesto di coraggio e lealtà, dei suoi valori, davanti a circa 2000 studenti italiani ed internazionali.

L’intervento di Mariaclotilde Adosini presso la General Assembly Hall del Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite è previsto in un panel insieme a due stelle del calcio, il Dirigente sportivo e Vicepresidente UEFA, Zbigniew Boniek, e il Campione del Mondo di Spagna 1982, Marco Tardelli. L’incontro sarà moderato dal giornalista Roberto Gueli e verterà sul topic: “How to Create Values through Sport”.

È stato proprio Marco Tardelli, nei giorni scorsi, a contattare la “spadista fair play”, così com’è stata ribattezzata dalla stampa mainstream dopo quella decisione di autentico fairplay di cui è stata protagonista a Beauvais, per chiederle – si legge nell’invito ufficiale – di “raccontare la sua esperienza come campionessa del fair play”.

A New York, con Mariaclotilde, è stato invitato e sarà presente anche il maestro Francesco Calabrese, suo tecnico alla Polisportiva Scherma Bergamo e destinatario, insieme alla spadista Adosini e alla sua famiglia, della lettera con cui, l’indomani della gara di Coppa del Mondo Under 20 in Francia, il Presidente della Federazione Italiana Scherma, Paolo Azzi, nel ringraziarla “per lo straordinario esempio di fair play”, la definì “ideale ambasciatrice dei valori del nostro sport”.

Fonte: Federscherma

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